Educare allo spirito di gruppo attraverso le api

Volete conoscere il motivo per il quale abbiamo scelto l’ape come personaggio facilitatore dell’anno? Ascoltate la nostra canzone e lo scoprirete:

È nostra abitudine, infatti, aprire ogni anno scolastico con una canzone che ben rappresenti il focus del nostro percorso educativo, che quest’anno è “IO E TE”, il magico mondo della relazione.

Perché lo facciamo in musica? Perché la musica è una delle prime intelligenze manifestate e riconosciute dai più piccoli.
Perché il connubio tra musica e parole facilita la comprensione e fissa in maniera efficace nella memoria un canovaccio narrativo.

Perché la musica è un veicolo efficace al quale affidare la sintesi poetica del messaggio educativo

Non a caso il testo della canzone si conclude cosi:

“Nell’alveare sanno collaborare,

ciascuna ha un incarico e sa cosa fare,

insieme vivon per un bene comune,

in un mondo che sa rifiorir”.

 

Potremmo dire che la fine della canzone è esattamente l’inizio del nostro anno educativo ed il cuore emozionale che ci ha spinto a credere che l’Ape Pita fosse il personaggio più adatto per accompagnarci al centro della relazione con gli altri: l’ape, sebbene così piccola, è un perno centrale dell’intero ecosistema e che ci dimostra una volta di più che “nessuno è troppo piccolo per fare la differenza”.

Le api infatti hanno davvero molto da insegnare:

    • Vivono in comunità, in maniera organizzata.
    • Ciascuna ha un ruolo ben preciso.
    • A seconda della loro fase di vita ricoprono ruoli diversi tutti importanti e funzionali alla vita dell’alveare.

Volete conoscere i ruoli?

  • L’APE REGINA: deposita le uova
  • I FUCHI: contribuiscono alla fecondazione
  • LE SPAZZINE: puliscono le singole celle
  • LE NUTRICI: nutrono le larvette
  • LE CERAIOLE: costruiscono le celle
  • LE MAGAZZINIERE: si occupano del magazzino
  • LE GUARDIANE: difendono l’alveare
  • LE BOTTINATRICI: raccolgono il nettare dai fiori

 

Moltissime sono le curiosità che ruotano attorno al mondo delle api e che nel corso dell’anno andremo a scoprire, ma ciò che ci preme sottolineare è il parallelismo che esiste tra l’alveare ed il contesto educativo della scuola. In entrambi i contesti ciascun membro contribuisce in maniera attiva e partecipativa alla vita della comunità, ricoprendo ruoli finalizzati al funzionamento del sistema, nella consapevolezza che ogni ruolo ricoperto è importante per il bene comune.

 

Non a caso nelle nostre scuole, a partire dal nido, i bambini sono chiamati a partecipare attivamente alla vita della comunità esattamente come le api, ricoprendo ruoli che aumentano di complessità a seconda delle loro fasi di crescita:

  • IL CAMERIERE: che serve merende, pranzi, bavaglie e bicchieri ai propri compagni
  • Il GIARDINIERE: che si occupa delle piante di sezione
  • Il METEOREOLOGO: che si occupa di comprendere i segni del tempo
  • IL MAESTRO: che si occupa di fare l’appello la mattina
  • IL POSTINO: che si occupa di gestire la posta nella sezione degli Argonauti
  • IL CAPOFILA: che si preoccupa di guidare la fila dei bambini durante gli spostamenti interni
  • IL RESPONSABILE DEI BAGNI: che si occupa che ci sia materiale sufficiente in area bagni
  • L’AIUTANTE DELL’EDUCATRICE: che supporta l’educatrice nelle diverse mansioni giornaliere
  • TUTOR DEI PIÙ PICCOLI: ai bambini più grandi viene affidata l’accoglienza e il tutoraggio dei più piccoli sia in fase di accoglienza che durante l’anno

Insomma, piccoli alveari e tanti compiti da svolgere!

 

Le api ci portano così a riflettere sul grande valore educativo della routine e della quotidianità: sulla preziosità racchiusa nei piccoli gesti di cura, che diamo per scontati ma che qualificano il contesto, che rendono importanti chi li compie e che creano senso di comunità dove ciascuno è importante perché con le proprie abilità dà il proprio contributo per il bene comune.

 

Ogni mattina i nostri grandi alveari (le nostre scuole) si dividono in piccoli alveari (le sezioni) e le nostre api (i bambini) si siedono sui tappetoni e aprono il mattino con il saluto a ciascun membro, riconoscendosi e chiamandosi per nome, perché è vero che si è un gruppo, ma non dobbiamo scordarci che l’unicità e l’identità personali sono altrettanto importanti.

 

I più piccoli giocano con musica e canzoni e con momenti di massaggio infantile, mentre i più grandi intavolano vere e proprie conversazioni su piccoli e grandi temi della vita.

 

Le figure adulte che li seguono (gli educatori) hanno il compito di accompagnare i bambini in questo percorso di vita che li vede nelle varie fasi evolutive, protagonisti attivi della vita di comunità a seconda delle capacità e delle possibilità di ciascuno.

 

L’alveare è dunque una metafora efficace della classe e sistema favorevole per l’apprendimento cooperativo: una modalità di gestione democratica della classe che ribalta la logica verticalista della scuola e che fonda i propri principi sul lavoro di gruppo, dove l’interdipendenza positiva dei ruoli, la diversità creano reali possibilità di successo e di contributo per tutti gli appartenenti al contesto comunitario.

 

La creazione degli alveari nelle feste di presentazione delle nostre scuole è stata piuttosto significativa dell’esigenza di sentirci parte di un tutto, ciascuno con il proprio viso, ciascuno con i propri simboli di riconoscimento, ciascuno con il proprio esagono che posto accanto agli altri ha formato qualcosa di più grande: la magia della comunità composta da tanti esagoni uguali, e da tanti volti e storie diverse che ci fanno sentire uguali e unici allo stesso tempo e determinanti nella creazione di una storia comune.

Quindi non ci resta che una domanda: to be a bee or not to be? A noi la scelta.

 

di Barbara Premoli
educatrice e coordinatrice del nido di Via Bonghi

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