Voglio vivere così: naturalmente!

Voglio vivere così

col sole in fronte
e felice canto
beatamente…
Voglio vivere e goder
l’aria del monte
perché questo incanto
non costa niente
Ah, ah! Oggi amo ardentemente
quel ruscello impertinente
menestrello dell’amor
ah, ah! La fiorita delle piante
tiene allegro sempre il cuor
sai perché?
Vivere col sole in fronte, sentire su di sé l’aria di montagna, ascoltare l’allegria dello scorrere di un
ruscello d’acqua, godere di una fioritura, rallegra il cuore e costa niente.

 

Lo si sa da tempo. Lo sappiamo tutti, perché se vogliamo andare in vacanza o avere un po’ di tempo
rilassante, di certo non ci buttiamo nel traffico, non facciamo un giro in metropolitana, non andiamo a
visitare un’industria dietro casa o a chiuderci in una stanza senza finestre di un anonimo condominio
di periferia.
Per star bene abbiamo bisogno di orizzonti aperti, di spazi ampi, di bellezza, di colori, di aria e sentori
di muschio ed erba, di vette, di mari, di alberi e piante. Insomma, stiamo bene se ci immergiamo
nella natura e in tutto quanto essa permette.

 
Stiamo apprendendo questa lezione via via che la vita quotidiana costretta tra le mura degli uffici e lo smog delle città ci spinge a riconquistare gli spazi tolti agli alberi e ai prati, ai corsi d’acqua e agli animali selvatici. Stiamo riconsiderando i modi di vivere mano a mano che le malattie ci aggrediscono più frequentemente e le intolleranze limitano le nostre possibilità.

 
È solo negli ultimi anni, però, che l’attenzione verso gli ambienti di vita riscuote attenzioni e viene considerata meritevole di ricerche mirate. In particolare gli studi sulle interazioni educative hanno sottolineato quanto l’ambiente non possa essere semplicemente considerato un mero contenitore, uno spazio neutrale, ma un vero e proprio ambiente di vita (come ha sottolineato Kurt Lewin) e, in quanto tale, capace di generare fattori di supporto o di ostacolo alla crescita.

 

A partire dagli agrinidi, per arrivare alle scuole nel bosco e alle yurte, si moltiplicano le esperienze educative che vedono le bambine e i bambini a contatto con la natura, divertiti e impegnati tra esplorazioni e incursioni, corse e arrampicate, coltivazioni e raccolte, riflessioni e racconti, esperienze sensoriali e adattamenti fisici. Dopo tutto siamo noi stessi natura? Perciò la naturalità ci si confà.

 

E non è forse vero che quando vogliamo far star bene i nostri figli e offrire loro un sano divago, li portiamo fuori?

 

Essere una scuola che valorizza l’educazione naturale come opportunità di esperienza, crescita e
apprendimento dei bambini e delle bambine è perciò una precisa scelta.

A questo proposito riportiamo il decalogo delle Scuole Fuori, per diffondere una cultura che riavvicini i
bambini e le bambine agli ambienti naturali e non costringa la loro crescita e i loro apprendimenti all’interno di quattro mura. La Natura non ha confini.

 
1. Le Scuole Fuori sono sia dentro che fuori.

Oggi più che mai l’apprendimento non può essere circoscritto ad un luogo, non solo perché uscire porta benessere, ma perché aprire le porte è vitale per costruire conoscenza e appartenenza verso il mondo che abitiamo.

 
2. Nelle Scuole Fuori l’esterno è importante come l’interno.

Dentro e fuori si gioca, esplora, discute, apprende, con lo stesso valore e senza gerarchie, ma soprattutto senza distinzioni di apprendimenti; per questo il fuori non è solo quello dell’intervallo (anche se l’intervallo è soprattutto fuori), ma anche e soprattutto quello dell’esperienza educativa e scolastica nella sua interezza.

 
3. Le Scuole Fuori sono impegno di tutti.

Tutto il personale si impegna a fare in modo che i bambini e le bambine possano andare fuori ogni volta che è
possibile, nel corso della giornata e dell’anno: se l’esperienza all’aperto conta quanto quella all’interno, non ci possono essere alibi di (mancanza di) tempi e di (bel) tempo.

 
4. Le Scuole Fuori sono esperienza diretta.

Il personale lavora alla progettazione in modo che ogni aspetto o questione che ha i propri oggetti all’esterno
venga affrontato attraverso un’esperienza diretta e non mediata dei fenomeni, perché tutto ciò che si apprende all’interno si può apprendere anche all’esterno, spesso in modo più interessante e motivante perché vivo e reale.

 
5. Nelle Scuole Fuori ci si forma ad educare all’aperto.

Il personale dedica parte del proprio tempo di formazione e autoformazione ad approfondire il valore educativo e l’approccio metodologico e didattico del fuori, sperimentandolo direttamente.

 
6. Le Scuole Fuori sono scuole condivise.

Il personale condivide con le famiglie il significato della scelta di fare scuola anche fuori, mettendo a loro disposizione occasioni di confronto, informazioni, strumenti, materiali e promuovendo iniziative all’aperto con bambini e famiglie.

 
7. Le Scuole Fuori favoriscono la naturale esplorazione dei bambini.

I bambini sono sostenuti nel loro desiderio di esplorare il fuori liberamente, secondo i singoli e diversi interessi: la ricerca autonoma, ma anche avventurosa, viene sostenuta attraverso l’offerta di tempi distesi e di strumenti adeguati per favorire le loro ricerche.

 
8. Le Scuole Fuori trasformano le domande in opportunità.

Le domande maturate all’esterno vengono approfondite, anche all’interno: l’impegno a osservare, documentare e rilanciare quanto esplorato fuori consente di transitare tra interno ed esterno e di cogliere ogni opportunità per generare conoscenza, valorizzando quella portata dai bambini.

 
9. Le Scuole Fuori hanno a cuore gli spazi esterni.

L’esterno, in cui vengono privilegiati i materiali naturali, viene curato e migliorato progressivamente, con l’aiuto di tutta la comunità educativa e quindi anche con quello delle famiglie e dei bambini: come ogni spazio interno, comune e non, e ogni luogo di transizione tra dentro e fuori, è spazio di tutti, non di nessuno, e come tale è responsabilità condivisa.

 
10. Le Scuole Fuori non hanno confini.

L’esterno è un mondo vasto che inizia sulla soglia della scuola, prosegue in cortili, giardini, strade, parchi, città e
campagna: la scuola è in dialogo con il territorio, da quello più prossimo a quelli più distanti, che considera come luoghi educativi che è importante abitare e con cui è necessario costruire relazioni e reti.

 
Se desideri condividere questi impegni, sottoscrivi il Decalogo delle Scuole Fuori.

http://www.bambinienatura.it/decalogo-delle- scuole-fuori

 

di Paola Nicolini
Docente di Psicologia dello sviluppo e Psicologia dell’educazione
Università di Macerata
paola.nicolini@unimc.it

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La Giocomotiva gestisce in Italia diverse strutture, tra nidi e scuole dell’infanzia, sul territorio di Milano, Roma e Firenze. Fa parte del gruppo francese People & Baby, che conta ad oggi 700 strutture distribuite nel mondo.
Da oltre vent’anni si prende cura della crescita e del benessere dei bambini e delle loro famiglie attraverso un approccio educativo armonico e innovativo, volto a valorizzare le diversità del singolo.
 
 

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